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Salerno sorge sull’omonimo Golfo e si affaccia sul Mar Tirreno. Punto di partenza (o di termine, a seconda della direzione) della magnifica Costiera Amalfitana, questa città ne incarna perfettamente le caratteristiche, a partire dal territorio. Questo, infatti, si estende dalle coste del mare fino al Monte Stella, alto quasi mille metri. La città si sviluppa lungo la costa fino alle colline, rendendo il quadro nel suo insieme ancora più unico ed esclusivo.
Ricchissima anche dal punto di vista storico, Salerno è stata in diverse occasioni un punto di riferimento non solo per l’Italia, ma anche per l’Europa. I primi insediamenti, di origine osco-etrusca, risalgono al VI secolo a.C., e proprio qui furono poste dai Romani le basi per la romanizzazione della Magna Grecia. Partecipò attivamente anche alla Seconda Guerra Punica, a fianco di Scipione l’Africano.
Conquistata dai Longobardi, nacque il Pincipato di Salerno. Fu in questo periodo che venne eretto il famoso Castello. Durante il periodo normanno, Salerno era più ricca di Roma. Talmente prestigiosa e culturalmente attiva, che qui si trovava il più importante centro di studi medici d’Europa, la Schola Medica Salernitana. Viene oggi considerata l’antenata delle moderne università.
Dopo un oscuro periodo di diverse dominazioni e catastrofi naturali durante il Rinascimento, Salerno era ridotta a un piccolo nucleo abitativo. Ma nell’Ottocento, durante il Regno borbonico, nacquero qui le prime industrie. Durante la Seconda Guerra Mondiale, fu teatro di importanti episodi: primo fra tutti, il famoso Sbarco di Salerno da parte degli Alleati, che poi sarebbero partiti alla volta di Roma. Dopo lo sbarco, divenne rifugio di chiunque scappasse dalla guerra, compresa la famiglia reale, diventando temporaneamente Capitale d’Italia. Avvenne qui la Svolta di Salerno, dove gli antifascisti, la monarchia e Badoglio riuscirono a trovare un compromesso per un nuovo governo post-fascista.
Ma che cosa non potete assolutamente perdervi se vi trovate Salerno per due giorni?
La Cattedrale di San Matteo, costruita tra il 1080 e il 1085, è l’edificio di culto più importante di Salerno, nonché il duomo cittadino. È famosa per ospitare le reliquie dell’Evangelista Matteo, che fino a qualche anno fa trasudavano una misteriosa sostanza trasparente, chiamata “La manna di San Matteo”, che si riteneva avesse proprietà miracolose.
Da notare il particolare campanile, di stampo arabo-normanno, formato da quattro cubi uno sopra l’altro, che terminano con un tiburio a cupola. L’intera struttura è permeata di numerologia e simbologia religiosa: tre piani, numero dei livelli dell’universo, secondo le Sacre Scritture; la torretta ha forma circolare, che equivale all’elemento ultraterreno; la parete esterna è percorsa da dodici piccole colonne (come il numero degli apostoli) che reggono una fascia formata da stelle a sei punte (stella ebraica). Sopra di tutto, la cupola, la cui forma sferica rappresenta Dio.
Passeggiare per le vie del centro storico sarà come immergersi in un’altra epoca. La tradizione artigiana è ancora presenta e fortemente attiva e radicata, tanto che è in netto contratto con il fatto che il centro sia diventato, naturalmente, luogo di incontro serale per i più giovani. Le due facce di Salerno, però, convivono pacificamente e si alternano: di giorno botteghe, di sera i locali notturni.
Per lo shopping, il Centro Storico è la zona perfetta: troverete tutte le migliori boutique di moda, ma le migliori offerte rimangono quelle delle piccole botteghe di artigiani, dove sarà possibile trovare splendidi oggetti in cuoio e gioielli a prezzi assolutamente contenuti.
Uno dei fiori all’occhiello di Salerno è sicuramente il lungomare. Giustamente considerato come uno dei più belli d’Italia, si tratta, di fatto, di un enorme giardino alberato pedonale, che si estende per un chilometro e mezzo di lunghezza per 30 metri di larghezza.
Il giardino costeggia il Golfo e il centro cittadino, fino ad arrivare al porto turistico, dove è visibile la nuova Stazione Marittima, progettata dall’architetto anglo-iraniana Zaha Hadid, da poco scomparsa. La Stazione è interamente ricoperta da maioliche provenienti dalla Costiera Amalfitana.
La nuova Stazione Marittima
Dominatore della città dal promontorio sul quale è stato costruito centinaia di anni fa, il Castello Arechi fu voluto dal re longobardo Arechi II, che spostò anche la capitali del regno da Benevento a Salerno. Costruito in una posizione strategica di controllo della città, ma anche di importante crocevia marittimo per i Longobardi, il promontorio su cui sorge, in realtà, non è naturale. Fu realizzato, infatti, modificando le antiche mura e sopraelevandole, sfruttando anche fortificazioni romane e bizantine già esistenti.
Il Castello è visitabile (questo il sito ufficiale) e al suo interno oggi è presente un museo in cui sono esposti oggetti e materiali del castello, come ceramiche risalenti all’epoca medievale. Sono anche presenti una sala per mostre e una per conferenze e congressi.
Basato sulle proporzioni e le misure del celebre Teatro San Carlo di Napoli, il Teatro Verdi fu inaugurato nel 1872, precisamente il 15 aprile, con la rappresentazione del Rigoletto, famosa opera in tre atti proprio di Giuseppe Verdi.
Oggi, sotto la direzione artistica di Daniel Oren, la stagione è ricca di spettacoli imperdibili, dall’opera alla tragedia. A questo link potete trovare tutti i prossimi appuntamenti del teatro.
Le sorprese, a Salerno, non finiscono mai. E così capita che, passeggiando tranquillamente nel cuore del centro storico, si capiti al magico Giardino della Minerva, un orto terrazzato che corre lungo l’asse che parte dalla Villa Comunale e arriva al Castello Arechi.
Matteo Silvatico, insigne esponente della Schola Medica Salernitana, nel 1300 istituì quello che allora veniva chiamato “Giardino dei semplici”, ovvero un orto dove far crescere piante adatte alla produzione di medicamenti. Senza saperlo, aveva creato il primo orto botanico dell’Occidente. La posizione del giardino, l’esposizione ai venti del nord e un sistema di vasche e fontane crearono un microclima perfetto per le piante che venivano coltivate, e che tutt’ora lì crescono.